Per una nuova sinistra

La sinistra sta perdendo la rappresentanza delle classi più disagiate, che guardano con maggiore simpatia le formazioni populiste, di destra e di sinistra, non perché sappiano proporre soluzioni, ma perché sanno farsi interpreti e portavoce del loro disagio. Occorre offrire sbocchi a tale malessere, che oggi viene solo indirizzato verso bersagli polemici (immigrati, multinazionali, politica in generale) senza che siano individuate prospettive di riscatto.

Il declino del tessuto economico nazionale ha comportato una riduzione dei redditi delle famiglie perché è avvenuta la migrazione delle aziende principali del Paese verso altre sedi, per motivi strategici o fiscali, con la conseguente riduzione del gettito fiscale, che costringe i governi a contrarre i servizi essenziali, instaurando un ciclo vizioso: la qualità del vivere in Italia peggiora e tante persone qualificate devono cercare lavoro all’estero.

È giusto criticare le scelte restrittive adottate in sede europea, ma occorre mantenere l’idea di un’Europa Unita, necessaria perché oggi si possano realizzare politiche a favore dei cittadini: la dimensione delle imprese multinazionali è tale da permettere loro di avere risorse superiori a quelle dei singoli stati; né deve fare illudere il nazionalismo paternalista alla Trump, che presuppone una nazione in grado di imporre regole alle corporations che non esiste più negli USA e non è mai esistita altrove.

In questo scenario occorre quindi una sinistra che sappia costruire un progetto per il nostro paese e per l’Unione Europea, in uno spirito internazionalista e rivolto al miglioramento delle condizioni delle classi meno abbienti, anche in relazione alla minore disponibilità di lavoro salariato qualificato ed alla erosione del potere d’acquisto delle categorie a reddito fisso.

In particolare occorre ricostruire una unità di intenti fra i partiti che aderiscono al PSE e, più in generale, fra i partiti che intendono perseguire politiche socialiste e liberali, in primo luogo in Europa, ma avendo una prospettiva mondiale, per rispondere efficacemente alla globalizzazione dei mercati, del lavoro, del capitale, avendo come primo obiettivo la dignità della persona umana, il diritto alla salute, al benessere, alla libertà ed al lavoro.

Realizzare quindi una sinistra internazionalista che ottenga più diritti e dignità umana per tutti!

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