Europa delle regioni

Da alcuni mesi la Spagna è senza governo. Pare cavarsela bene, comunque.

Prima della Spagna, per diverso tempo il Belgio attraversò un periodo simile, di assenza del governo centrale. Non mi pare ci siano stati problemi rilevanti.

Probabilmente perché si tratta di due Paesi dove le autonomie locali sono in grado di gestire la maggior parte dei problemi di gestione della cosa pubblica.

Questi esempi mi fanno pensare che il futuro dell’Europa non sia creare una confederazione di stati, ma una federazione di regioni autonome. Regioni che vanno ridefinite, come estensione territoriale e come compiti (e come classe dirigente: in Italia, purtroppo, abbiamo avuto esempi negativi, a tale proposito).

Una occasione da non perdere è la riscrittura, ad esempio, dello statuto delle regioni a statuto speciale italiane, conseguente alla riforma costituzionale oggetto di referendum.

Sulla base di queste trattative si dovrebbe procedere a ridefinire i compiti delle Regioni Speciali, ma in generale ripensare la funzione delle autonomie locali, restituendo dignità e portando a maturazione un processo federalista che è stato vanificato da una confusa definizione degli assetti istituzionali degli enti locali e dalla insufficienza di classi dirigenti, inette ed improvvisate, che hanno utilizzato l’autonomia locale solo a proprio favore con costi insopportabili per la popolazione.

Nonostante i risultati finora non siano stati quelli desiderati ritengo che il regionalismo vada rilanciato, con opportuni correttivi: il ridisegno territoriale e la precisa definizione delle competenze e delle responsabilità.

Seminario First Cisl ‘Il banco [di Sardegna] che vorrei’

Alcune considerazioni in merito al tema ‘il banco che vorrei’

  1. La banca locale: occorre una organizzazione differente, basata sulla filiale territoriale – una approfondita conoscenza del tessuto economico locale, la capacità di sostenere questa economia locale tenendo conto delle interazioni fra le imprese che operano sul territorio.
  2. I servizi: i prodotti semplici vanno certo automatizzati per ridurre i costi; ma occorre potenziare la parte consulenziale: risparmio, investimenti delle famiglie investimenti produttivi. Vale a dire maggiore professionalità, non despecializzazione.
  3. Il Banco [di Sardegna]: la sua specializzazione può essere solo la banca locale – collaborare con le imprese, sostenere le famiglie, costruire in Sardegna un modello di banca di sistema – perché può prosperare solo in una logica di collaborazione (win –win), non in una logica di estrazione di profitto: se la regione cresce e prospera, crescerà anche il Banco

Andare verso il mare

Cagliari sta perdendo abitanti (anche se la tendenza sembra essere rallentata). Quindi, perché pensare di espanderla? Tuttavia la risposta potrebbe non essere scontata. L’offerta di alloggi di qualità, nel contesto di quartieri vivibili e ricchi di servizi, può invertire la tendenza all’abbandono della città. Purché siano case adeguate, la gamma di prezzi sia completa e rivolta a diversi strati di popolazione. C’è un vuoto tra Cagliari ed il mare, tra la Fiera, lo stadio S.Elia ed il porto, un’area ampia il cui utilizzo potrebbe restituire slancio alla città e definire un nuovo rapporto fra Cagliari ed il suo golfo. Cagliari storicamente si è separata dal mare, con fortificazioni, muri, spazi vuoti: è possibile cambiare atteggiamento e costruire un nuovo quartiere che si affaccia sul lungomare raccordando la città con S. Elia? Ritengo valga la pena discuterne, in vista delle nuove scelte urbanistiche per Cagliari.

Idrogeno e rinnovabili

La produzione di energia dalle rinnovabili è una delle migliori soluzioni per limitare la produzione di CO2. Tuttavia è difficile allinearla alla richiesta: talvolta se ne produce troppa, in altri momenti è insufficiente.

Occorre trovare metodi efficienti per accumularla e rilasciarla: una delle possibilità è quella di produrre idrogeno per elettrolisi, da utilizzare per la successiva produzione di energia attraverso fuel cells. L’idrogeno non è una fonte primaria: è un veicolo per accumulare e rilasciare energia in tempi successivi, il punto principale è il costo del processo, la sua sicurezza e l’efficienza energetica. Il progetto europeo ELECTROHYPEM riguarda la produzione di idrogeno da utilizzare attraverso celle a combustibile, processo accoppiato con l’uso di energie rinnovabili. Approfondimenti su http://cordis.europa.eu/result/rcn/169730_it.html