Società che cambia
Inviato: mar mar 28, 2023 4:47 pm
Dopo l’introduzione del tema, in cui Enzo Strazzera ha salutato a nome del Circolo La Palma gli ospiti e premesso che la famiglia, non oggi, ma dall’origine dell’umanità non è solo mononucleare, ma ha attraversato diverse forme e tipologie, come ricordato, ad esempio da Yuval Noah Harari nel suo fortunato saggio “Sapiens. Da animali a dei”, in cui parla di bande di umani che partecipavano alla crescita ed all’educazione dei bambini, senza rivendicarne la paternità esclusiva e la successiva creazione della famiglia come conseguenza della pratica dell’allevamento e della proprietà degli armenti, tema affrontato anche da Friedrick Engels in “l’origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato”, si è dato inizio alla discussione, gestita da Anna Maria Busia e Grazia Maria De Matteis.
ANNA MARIA BUSIA, Avvocata. Il tema che affrontiamo oggi è un tema divisivo, che prevede il contemperamento di interessi contrapposti. Divide perché si contrappongono gli interessi di genitori che chiedono di ricorrere alla maternità surrogata, e nel nostro Ordinamento questa pratica è reato, e dall'altra parte ci sono gli interessi dei figli su cui gravano le conseguenze di questa scelta e che nel nostro sistema non hanno adeguata tutela
Su questo è intervenuta recentemente una sentenza delle Sezioni riunite della Corte di Cassazione per dare delle indicazioni che poi nel corso del dibattito svilupperemo.
Dobbiamo quindi, anche con il contributo dei presenti, cercare di capire in che modo bilanciare questi interessi, e fare in modo che il legislatore, invitato ad intervenire anche dalla Corte costituzionale, lo faccia nella maniera giusta, rispettando i principi del nostro Ordinamento che sono insuperabili.
GRAZIAMARIA DE MATTEIS, Avvocata, docente di diritto penale minorile, già Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Il mio compito insieme a Anna Maria è quello di moderatrice del dibattito, ma anticipo che lo farò con un occhio primariamente rivolto alla tutela dei minori coinvolti
Tutela dei diritti dei minori che si dovrà ritenere sovraordinata a qualunque tipo di scelta che in un dibattito come questo, che tocca nel profondo le nostra coscienze, potremo fare.
La Convenzione dei Diritti del fanciullo ,la Convenzione europea sui diritti della infanzia ma soprattutto la nostra Costituzione lo impongono.
Tra l’altro in un ambito come questo, comunque si intervenga, deve essere chiaro che non ci possono essere bambini di serie "A" e bambini di serie "B"come non possono esserci atteggiamenti determinati dalla sola appartenenza politica. E’ questo un problema che riguarda la persona e di fronte a questo dobbiamo porci il problema di chi non può difendersi da solo.
Al di là delle diverse posizioni ideologiche, etiche, religiose, che hanno il mio massimo rispetto, la soluzione del problema deve essere orientata alla tutela dei minore ; il progresso scientifico l'evoluzione della scienza – anche questo un dono di Dio, per chi crede - hanno portato a sviluppi che noi, come esseri umani, capaci di raziocinio, dobbiamo controllare e regolare. Sviluppi che consentono - in molte parti del mondo - la possibilità di ricorrere a pratiche volte a garantire il diritto alla procreazione anche per chi ci appariva storicamente incapace farlo: dobbiamo tenerne conto…ma, per quanto mi riguarda, sempre nell'ottica della massima tutela dei minori coinvolti.
La Carta di New York nasce,proprio, al fine di garantire a livello mondiale il massimo rispetto dei diritti fondamentali del minore, che ha diritto a essere riconosciuto come persona.
Come persona in via di sviluppo, che ha diritto al riconoscimento della genitorialità, come anche alla bi-genitorialità, Ma la stessa Carta non specifica che questa sia debba essere identificata in una madre e un padre; la Carta, letta nelle sue formulazioni di principio ma soprattutto di sostanza, afferma che il minore ha diritto a quella presenza che affettivamente garantisca la sua miglior crescita.
SILVIA DE SIMONE, Referente regionale delle Famiglie Arcobaleno. Come è stato detto in apertura, il tema della genitorialità per le coppie dello stesso sesso è molto divisivo e spesso si tende a spostarlo sul piano ideologico. Nel pensare a questo incontro mi sono interrogata su quale potesse essere il mio contributo rispetto al dibattito. Non voglio parlare del tema della GPA (gestazione per altri), ma vorrei condividere alcune informazioni perché penso che la conoscenza e l'informazione siano gli strumenti fondamentali per operare scelte consapevoli. Lo faccio da un punto di vista privilegiato, quello della mia associazione, che raccoglie un numero importante di genitori omosessuali, nelle grandi città come nei piccoli paesi, nei centri e nelle periferie, e che soprattutto svolge un'attività sul campo da 18 anni nel corso dei quali abbiamo raccolto tante esperienze.
Tema divisivo, dalla genitorialità surrogata ai figli e alle figlie, tuttavia non esiste solo la genitorialità legata alla GPA, ma esiste anche la genitorialità delle madri lesbiche. Nella nostra associazione il 90 per cento dei genitori sono mamme lesbiche e non papà gay. Lo dico perché quando si parla di tema divisivo ci si riferisce alla GPA, che riguarda una percentuale omosessuale inferiore rispetto a tutta la popolazione gay. Quindi mettiamo al centro del dibattito la genitorialità delle mamme, che è l'aspetto più semplice e meno divisivo nell'opinione pubblica. Tuttavia io riporterei al centro i figli e le figlie. Oggi si diventa genitori in tanti modi, e non solo nelle coppie LGBTQ+, che ci piaccia o no, il modo di fare famiglia oggi è piuttosto variegato. Esistono bambini e bambine che nascono in Italia, nascono in un progetto di genitorialità condivisa, un progetto di famiglia in cui vengono pensati, hanno genitori prima di nascere, così come avviene nelle coppie eterosessuali, ma vengono al mondo dovendo ricorrere ai viaggi della speranza perché in Italia non è possibile per due donne ricorrere alla fecondazione eterologa, possibile solo per le coppie eterosessuali che infatti possono accedere a questo percorso non "naturale", non "biologico", per richiamare un tema che viene utilizzato nel dibattito pubblico.
Succede quindi che due donne si recano all'estero per accedere alle tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita) nei Paesi dove questo è consentito dalla legge, e tornano in Italia dove portano a termine la gravidanza. Alla nascita del bambino si recano all'anagrafe per riconoscere il figlio o la figlia. Prima, per trascrivere questi bambini, l'unico modo era dichiarare che il padre era ignoto. A un certo punto, alcuni sindaci in Italia hanno deciso di trascrivere i nuovi nati registrando la bigenitorialità. In altri casi, genitori che avevano partorito all'estero, hanno richiesto la trascrizione in Italia dei certificati di nascita del figlio o della figlia in cui erano indicati i due genitori. In questi casi si sono incontrate molte difficoltà, che hanno richiesto il ricorso ai Tribunali per veder riconosciuto il diritto a trascrivere questi certificati e il riconoscimento della bigenitorialità. Questa procedura ha determinato una discriminazione, perché i genitori di bambini residenti in una Città la cui Amministrazione era più aperta a questa soluzione riuscivano a far riconoscere la bigenitorialità dei propri figli, ad altri questo veniva negato. La recente circolare del Ministero dell'interno ha determinato il blocco delle trascrizioni.
La centralità quindi sono i figli e le figlie: ci sono, che ci piaccia o no, e vivono nella quotidianità questa bigenitorialità il cui riconoscimento deve essere garantito, ma non per salvaguardare il diritto alla bigenitorialità, ma per responsabilizzare i genitori, perché se il genitore biologico - quello riconosciuto - muore il bambino va in adozione. In caso di separazione - perché le coppie omosessuali si separano come le coppie eterosessuali - la legge interverrebbe non per tutelare i genitori, ma per tutelare i bambini e le bambine, che hanno il diritto di mantenere il legame affettivo e anche il sostegno economico.
ALESSANDRA PISU Prof. Assoc. Diritto Privato UNICA, Il problema di cui parliamo riguarda i figli nati all’estero con metodiche vietate in Italia. La legge n. 40/2004, che regola la procreazione medicalmente assistita, prevede un divieto di accesso alle tecniche per le coppie omosessuali e considera la GPA, alla quale ricorrono coppie omoaffettive, ma anche coppie eterosessuali, un reato. La difficoltà nel riconoscimento dei figli nasce dal fatto che legge di diritto internazionale privato prevede che possano produrre effetti, e in questo caso quindi essere registrati in Italia, gli atti di nascita formati all’estero purché non siano contrari all'ordine pubblico. Questo è il punto, perché anche la sentenza del dicembre 2022, citata dall'avvocato Busia, confermando la precedente giurisprudenza di legittimità, afferma che la GPA è contraria all'ordine pubblico perché “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”. Il legislatore dovrebbe riflettere sull’attualità di questi divieti assoluti e sulla loro idoneità a preservare i valori che si intendono proteggere.
DE MATTEIS. Ho ascoltato con attenzione e conosco la sentenza ma ribadisco che dobbiamo difendere anche un altro principio sovraordinato e fondamentale che è il "miglior interesse del minore", previsto dalla CNY, in sede europea e nella Costituzione; obbligatorio quindi per un paese democratico e rispettoso della leggi come il nostro, porci il problema di quei bambini che sono già nati.
Non si può usare il minore per fare una scelta politica di contrasto al GPA; scelta che può essere accettabile o meno, che può anche portare a mantenere il divieto della gestazione per altri, ma dobbiamo prima di tutto regolamentare la condizione di quei bambini già nati che devono avere il riconoscimento dei loro genitori.
Per quanto riguarda la GPA non è sostenibile che un problema di ordine pubblico determini il disconoscimento di un bambino. La Corte costituzionale che sulla GPA non si è pronunciata, ha detto però che c'è un vuoto normativo e che quel vuoto va colmato. Occorre anche ricordare che la Corte costituzionale si è pronunciata sul riconoscimento dei figli nati da un rapporto incestuoso, offensivo dell’ordine pubblico, in alcune circostanze punito come reato, ma, in ragione della tutela del minore ha anche affermato che quella paternità va riconosciuta.
Subordinando l’ordine pubblico al superiore interesse del minore .
SANDRO GALLITTU, Responsabile nazionale Ufficio nuovi diritti della CGIL. Oggi si ripropone quello che accadde nel 2015 in occasione della discussione della legge sulle unioni civili, che riconosceva a persone dello stesso sesso la possibilità di unirsi con un istituto simile a quello del matrimonio, anche allora si cercò di spostare il discorso sulla gestazione per altri. Oggi si discute dei diritti dei bambini e delle bambine e riemerge il tema della GPA: una trappola che la destra mette in atto per impedire che si parli del tema centrale, noi dobbiamo rifiutare questo piano della discussione. Per questo credo che quanto affermato in apertura di questo incontro sia sbagliato: non ci sono interessi contrapposti, bene invece ascoltare chi queste situazioni vive per uscire da un'impostazione ideologica e rimanere dentro la realtà della vita delle persone, non stiamo parlando di interessi contrapposti, ma della vita delle persone. Ognuno ha la sua idea sulla GPA, io ho la mia, espressa in diversi momenti, ma ora non stiamo parlando di GPA e se lo facciamo eludiamo il nodo della vicenda che è rappresentato dai bambini e dalle bambine che oggi in Italia vengono privati - come dice la Corte costituzionale - del supremo interesse che è quello del diritto alla vita familiare, quindi al riconoscimento della doppia genitorialità. Ed è un fatto indubbio, perché quei bambini e quelle bambine sono nati in un contesto fatto di due genitori, che fin dall'inizio hanno esercitato la funzione genitoriale nei loro confronti. Mettere in discussione il diritto alla vita familiare significa negare diritti concreti, tra l'altro ai soggetti più fragili.
La Corte costituzionale ha affermato che la disciplina della materia non rientra tra le sue competenze, ma che deve essere affrontata dal legislatore, e mentre ha ribadito che non deve essere messo in dubbio l'interesse superiore del minore, ha anche detto che la stepchild adoption (l'adozione del figlio del compagno) non è lo strumento più adeguato. Questione che all'epoca della discussione della legge sulle unioni civili la destra ha fatto stralciare mentre oggi sostiene che rappresenta la soluzione. Ma, al di là di questo, la Corte dice che non è la soluzione al problema perché ha tempi incerti, non garantisce immediatamente e - dico io - perché discrimina sulla base del censo, perché la può intraprendere solo chi ha i soldi e i mezzi per farlo.
Infine c'è un ulteriore principio, che attiene alla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione europea. L'UE proponeva un Regolamento per l'adozione della carta d'identità europea, cioè che i bambini e le bambine riconosciuti come figli di quei genitori avessero lo stesso riconoscimento all'interno dello spazio comunitario. E' evidente che se spostandosi da uno Stato all'altro si perdono i diritti di genitore o di figlio si impedisce di spostarsi, e questo pone in discussione uno dei principi fondanti dell'Unione europea, quello della libera circolazione tra i Paesi membri.
Parlare quindi dei diritti delle bambine e dei bambini, non della GPA che è una modalità generativa estremamente marginale nel novero dei bambini e delle bambine di cui si chiede il riconoscimento della bigenitorialità, che per la gran parte sono figli di due madri che hanno fatto ricorso alla fecondazione eterologa nei Paesi dove questa pratica è consentita alle coppie di donne o alle donne singole.Il problema è che la Legge n. 40, oltre a vietare la GPA, vieta la fecondazione eterologa alle coppie di donne, con un impianto che è discriminatorio nei confronti delle coppie monoaffettive.
ROMINA MURA, già deputata PD. Credo che la battaglia sui diritti civili non sia disgiunta da quella per i diritti sociali, le due cose vanno insieme; oggi si è parlato della discriminazione dei bambini e delle bambine che non vengono riconosciuti perché nati con un percorso procreativo differente, ma poi si arriva alla discriminazione a scuola, nella vita sociale, per questo dico che i diritti civili e i diritti sociali vanno tenuti insieme. Io credo che dove c'è amore può stare un bambino. Ricordo bene il clima in cui avvenne la discussione in occasione dell'approvazione della legge sulle unioni civili, diventato un campo di battaglia ideologico. Oggi in Parlamento si discute un'altra legge che riguarda i figli di mamme detenute, bambini costretti a nascere e trascorre parte della prima infanzia in carcere, e anche su questo prevale una discussione ideologica che prescinde dall'interesse dei minori.
Noi dobbiamo rappresentare la pars construens, riportando al centro del dibattito l'interesse dei minori e spingere il legislatore al recepimento del Regolamento europeo sulla filiazione, che è fondamentale, anche se sono portata a credere che il polverone che la destra solleva su questo tema sia determinato dalla volontà di contrastare l'approvazione di quel Regolamento.
Ci sono altri interventi che si possono fare, intanto credo che siano maturi i tempi per passare dalle unioni civili al matrimonio egualitario, e poi modificare la legge sulle adozioni. La legge interviene come fattispecie astratta per regolare situazioni concrete: la società italiana è profondamente cambiata, dobbiamo intervenire per affrontare tali cambiamenti.
Per onestà intellettuale devo dire che ho qualche perplessità sulla GPA, prima di tutto perché credo che determini uno sfruttamento delle donne; ho la sensazione che siano le donne più povere, economicamente e culturalmente, a prestarsi a quella pratica, ma sono disponibile a discuterne perché sono convinta che quando parliamo di diritti non ci possono essere dogmi.
DELIA FENU, Presidente AGEDO Cagliari. Agedo è l'Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali, LGBTQ+. Sono d'accordo con Romina sull'importanza di una revisione della legge sulle adozioni. In una recente trasmissione, Massimo Recalcati diceva che i figli e le figlie vengono "adottati" anche dai genitori biologici. Ritengo sia diritto delle bambine e dei bambini il riconoscimento a questa adozione, sia per chi li fa in maniera "normale" e anche per chi li fa in maniera "non normale". Ci sono diversi modi per arrivare al concepimento, non voglio entrare nel tema della GPA, però vorrei ricordare le battaglie storiche del femminismo per l'affermazione del diritto a decidere del proprio corpo, il cui slogan era "il corpo è mio e lo gestisco io".
Chi può vietare a una donna di prestare il proprio grembo per un atto d'amore nei confronti di una figlia, di una nipote? Esiste questo aspetto, ma io ritengo che la cosa più importante sia giungere a una riforma della legge sulle adozioni.
Così come noi genitori abbiamo accolto i nostri figli nel nostro seno, così deve essere riconosciuta a ogni essere umano la genitorialità affettiva.
Ricordate la recente intervista alle due mamme di Emma: le abbiamo adottate come nostre nipoti, ci consideriamo tutte prozie di Emma; esiste un'adozione affettiva, "fill'e anima" nella antica tradizione della Sardegna. Impedire, compromettere, limitare l'affettività degli individui è il peggior servizio che il legislatore possa fare alla comunità, non può recidere legami affettivi consolidati, soprattutto se parliamo d'infanzia.
Sono felice di essere qui, e anche orgogliosa che il PD voglia discutere di questa materia, perché è una battaglia di civiltà. Mi ricorda un po' la stagione della legge 40, la fatica per raccogliere le firme, anche allora si strumentalizzava il tema della fecondazione eterologa per impedire l'approvazione della legge, ma ricordo anche che fu un momento di grande unità. La destra sbaglia a strumentalizzare questi temi, perché di fronte a questi attacchi pretestuosi noi riusciamo a essere ancora più uniti. Le famiglie non chiedono di mettervi al loro posto, ma al loro fianco.
FRANCESCA GHIRRA, Deputata Alleanza Verdi e Sinistra. E' vero che questo è un tema molto sensibile, ma io sono dell'opinione che quando si tratta di diritti, ampliarli per tutte e tutti non tolga niente a nessuno, anzi, genera una società migliore.
Condivido pienamente quanto detto da Sandro Gallittu e da Silvia De Simone, uno dei primi atti del mio Gruppo infatti è stato quello di depositare la proposta di legge delle Famiglie Arcobaleno, non per appropriarci del lavoro altrui, ma per aprire il dibattito su questo tema. Spesso ci accusano di concentrarci solo sui diritti, io sono orgogliosa di farlo, perché se in Italia la situazione è ancora questa, evidentemente non ce ne siamo occupati abbastanza. E' arrivato il momento di riflettere su alcune disposizioni legislative, come la legge sulle unioni civili, che all'epoca rappresentava un passo in avanti, ma sapevamo che non era adeguata a rappresentare la situazione reale delle nostre famiglie, composita e complessa, e reintrodurre la responsabilità genitoriale, stralciata dalla legge del 2016, che così non risponde pienamente all'esigenza di tutela dei diritti dei minori. Così come occorre una rivisitazione sulle adozioni, sia per le coppie omogenitoriali sia per i singoli individui che si vogliano far carico della crescita di un minore. Le condizioni in cui crescono bambine e bambini in un contesto in cui sono desiderati e ricercati, nonostante le difficoltà, garantiscono un supporto adeguato alla loro crescita, a differenza di quanto spesso accade nelle famiglie eterosessuali.
Sulla GPA io ho le stesse perplessità che esprimeva Romina Mura, però nel contesto europeo, in cui molti Stati consentono il ricorso a tecniche di procreazione che da noi sono vietate, quindi chi ha i mezzi può recarsi all'estero per usufruire di quelle tecniche, lo Stato italiano deve non solo riconoscere gli atti di nascita prodotti all'estero, ma anche porsi il problema di regolare questa fattispecie. Credo che ci sia molta ipocrisia dietro certi atteggiamenti, ma penso che un Paese civile debba dotarsi un apparato normativo che consenta alle persone che vivono in Italia di godere degli stessi diritti di cui godono coloro che nascono o vivono in altre parti del mondo, possibilmente anche di più.
MARCELLO PILI, Medico cardiologo. Come cardiologo entro marginalmente in questa discussione, e forse anche io sono un po' fuori tema, ma se vorrete ascoltarmi vorrei parlare dell'"elefante" e non del pelo dell'elefante, e cioè della GPA. Tutta la melina messa in atto con il divieto di trascrizione dei certificati di nascita prodotti all'estero serve a mascherare il vero problema. Il vero tema da affrontare è se possiamo ipotizzare che in futuro i bambini possano nascere in modo differente da quello tradizionale, considerato che una coppia su cinque (il 20 per cento) è infertile. Ed è singolare che il discorso si soffermi sui pochissimi uomini coinvolti, quando invece la moltitudine dei casi riguarda le coppie eterosessuali. Se passasse la legge sul reato universale - e sono convinto che non passerà - ci sarà una discussione in cui verrà detto di tutto di più creando un ulteriore stigma nei confronti di questo mondo, che esiste, e che continuerà disperatamente a cercare di far figli perché è un istinto insopprimibile.
Da cardiologo ho visto cambiare il destino di persone affette da cardiopatie congenite che portavano alla morte e ora al 90 per cento vivono e che potrebbero procreare - perché hanno i loro ovociti - ma non sono nella condizione di sostenere il peso di una gravidanza, però ci sono altre donne che possono farlo per loro, anche gratis, la gestazione solidale, di cui non si vuole parlare. Vi potrei parlare delle donne affette dalla sindrome di Rokytansky, che possono, da un punto di vista biologico, fare figli e hanno madri, sorelle, che sarebbero disponibili a portare a termine la gravidanza per loro. Questo non si vuole dire per dare risalto alla mercificazione del corpo della donna. In circa 40 Stati del mondo la GPA è legale, è normata, non fa scandalo, è una consuetudine medica; in Inghilterra è prevista dal Sistema sanitario. Da medico vorrei sottolineare l'enormità degli argomenti, cosiddetti scientifici, sull'equilibrio dei "poveri bambini strappati all'utero materno" che non hanno potuto più sentire la canzoncina o il battito che sentivano durante la gestazione e quindi sono traumatizzati. Bene, dal punto di vista scientifico non esiste prova circa un minus esistenziale nei bambini che crescono in incubatrice, come non esiste riguardo ai figli di coppie omosessuali, addirittura maschi, rispetto ai bambini nati nelle famiglie "Mulino bianco". Messi a confronto figli di coppie eterosessuali, figli di coppie composte da due donne e di coppie composte da due uomini, i parametri di benessere soggettivo sono risultati migliori nei bambini figli di coppie omosessuali maschili perché avevano un maggiore grado di tutela, di amore e di attenzione rispetto agli altri bambini.
Non oggi, ma tra qualche anno, ci piaccia o no, ci saranno incubatrici capaci di portare dalla blastocisti all'uomo formato; si può discutere, così come 40 anni fa ci si interrogava sulla possibilità di far nascere un bambino in provetta, ma si tratta di qualcosa che esisterà nella medicina del futuro. Non vogliamo discutere dell'elefante, ma l'elefante camminerà lo stesso perché il desiderio innato di genitorialità spingerà comunque le coppie, etero o omosessuali, a ricorrere alla GPA all'estero.
LAURA PISANO, Presidente dell'Associazione L'altra cicogna. Mi occupo da tanti anni del tema della procreazione medicalmente assistita che al suo interno richiama anche la tematica della GPA. Ma non è questo di cui voglio parlare perché stasera affrontiamo il tema dei diritti delle bambine e dei bambini.
Ogni volta che si parla del diritto alla riproduzione, di diritto-dovere alla genitorialità, ci si sente chiedere perché si voglia un figlio a tutti i costi o perché non si ricorra all'adozione. I figli non sono generati "a tutti i costi", nascono perché c'è un percorso per loro, un percorso d'amore e un percorso che la scienza e le scelte dell'uomo possono costringere solo fino a un certo. Quando si affrontò la discussione sulla legge n. 40 ci fu un grande equivoco nel merito degli argomenti, perché quando si parlava di fecondazione assistita si parlava solo di eterologa, e ricordo ancora le oscenità urlate dagli attuali esponenti del Governo, perché sono le stesse persone di allora. C'è un limite che la politica si deve porre, quello delle coscienze dei cittadini, che sono capaci di leggere, comprendere e autodeterminarsi.
Siamo sempre noi donne sotto accusa, perché vogliamo figli ad ogni costo, vorremmo addirittura sceglierli al supermercato, come disse un noto esponente della destra. Se vogliamo ricorrere all'adozione, siamo sottoposte a mille giudizi e se non si ha un carattere forte, dopo il primo colloquio si finisce col rinunciare.
I figli sono sempre figli, sia che nascano dal nostro corpo, sia che vengano da un percorso di adozione. Io personalmente ho seguito tutta la trafila dell'adozione, un percorso durato almeno dieci mesi, salvo arrivare a un mese dalla scadenza della disponibilità e sentirmi dire dal Giudice onorario che aveva solo un'ora e doveva decidere per tre bambini.
Allora la valutazione delle scelte rimanga alle persone. La libertà dei politici di decidere secondo coscienza non può inficiare la mia libertà.
Servono norme generali che agiscano sulla tutela dei diritti dei minori nati e che rispettino le scelte degli adulti.
Faccio solo un breve riferimento alla GPA: in oltre 40 Stati è legale, perfettamente organizzata e normata, è esclusivamente solidale, non commerciale. Si cita l'India, ma in quel Paese la GPA è autorizzata, dal 2015, solo per gli indiani.
In tutti gli Stati le donne che si prestano alla gravidanza solidale sono donne adulte, devono dimostrare di essere economicamente autosufficienti e non possono farlo più di due volte nella vita.
Certa politica utilizza argomentazioni false, strumentalizza argomenti sensibili che la maggior parte delle persone fatica a comprendere perché non ha le conoscenze, le competenze, noi non dobbiamo seguirla su questa strada. Agitano il tema della deminutio della maternità, dello sfruttamento delle donne più povere, ma non si preoccupano delle prostitute bambine, dello sfruttamento del lavoro femminile in tanti ambiti.
E' necessario un lavoro di informazione e formazione. Dobbiamo fare tutti uno sforzo affinché il dibattito su questi temi, con le corrette informazioni, arrivino all'esterno.
Sulla GPA non ho certezze, ma se una nipote, una figlia, un’amica o sorella che sicuramente non potrà avere figli perché cardiopatica, trapiantata o affetta da patologie o sindromi che non le consentono la libertà di affrontare una gravidanza, mi chiedesse di portare avanti la gravidanza al suo posto, io penso che lo farei, lo avrei fatto certamente per mia sorella, per mia nipote o per un’amica e forse mia sorella lo farebbe per me o per sua nipote o per un’amica.
Infine c'è la questione del reato universale, anche questo agitato ideologicamente, ma mi chiedo come possa essere considerato reato il ricorso a una pratica medica in uno Stato che la considera legale.
Don ETTORE CANNAVERA, Fondatore della Comunità La Collina. Mi chiedo perché abbiate invitato un prete per parlare di questi argomenti di cui non so nulla, io potrei parlare di carceri, di malavitosi. Ma, comunque, prima di venire ho riletto alcune cose: si diventa madre appena l'ovulo viene fecondato e comincia a entrare in relazione con la madre. La formazione dell'uomo quindi inizia nell'utero della madre, e quando nasce ha già avuto mesi di relazione con la madre. Pertanto il diritto fondamentale del bambino è continuare quella relazione. In un libro che mi ha colpito ho letto che "cominciamo a esistere in relazione nello stesso istante del concepimento e non finiamo mai più di esserlo, nel bene e nel male". Inoltre, lo sviluppo dell'embrione si realizza, come proprio di tutti i mammiferi, nell'utero materno, anche chiamato "matrice", "seno materno", ciò significa che nei 9 mesi della gravidanza madre e figlio condividono il flusso sanguigno, e poiché gli ormoni materni attraversano la membrana della placenta, l'umore, lo stato d'animo della madre influenza in maniera diretta il corpo e la psiche del figlio. Dare un bambino a un'altra coppia non mi trova d'accordo, perché viene messa fuori gioco la madre biologica.
Queste sono le mie perplessità, io credo che, per persone che come me si ispirano a una visione cristiana, evangelica, l'essere umano è un essere relazionale e la prima relazione avviene nell'utero materno, se viene meno la madre che lo ha concepito, addirittura partorito, entra in gioco un'altra madre con l'adozione. Ma non può essere una maternità surrogata, perché mi sembra che non rispetti il bisogno fondamentale dell'essere umano
- avete tutti parlato del rispetto dei diritti del più debole - alla maternità e alla paternità che inizia già nel momento del concepimento.
LAURA PISANO. Nel dibattito sulla legge 40, le obiezioni riguardavano in gran parte la fecondazione eterologa perché introduceva all'interno della coppia (si parlava solo di coppia) un esterno, un terzo che avrebbe minato la natura stessa del rapporto. In questi venti anni le Associazioni hanno demolito la legge 40 a suon di ricorsi alla Corte costituzionale, sono nati migliaia di bambini da fecondazione eterologa, e quel "terzo esterno" non è mai esistito; il ragionamento che lei ha fatto ha smontato quelle obiezioni che venivano soprattutto da ambienti della destra clericale, sulla base di questo, lei, don Ettore, cosa pensa oggi della fecondazione eterologa?
Don ETTORE CANNAVERA. La mia posizione - che non sempre coincide con le posizioni della gerarchia, non sto rappresentando le posizioni della Chiesa - è quella del dialogo, dell'apertura a quel cambiamento culturale che c'è nel Paese e quindi del diritto. La politica deve fare un lavoro anche culturale, ma fuori da gruppi ristretti dove si è tutti in sintonia; bisogna uscire da qui, incontrare i giovani, andare nelle parrocchie, fare iniziative che coinvolgano persone diverse in modo che queste tematiche diventino un arricchimento culturale per tutti. Nella diversità si trova parte della verità. Vi invito a riproporre questa iniziativa nella mia Associazione.
SANDRO GALLITTU. Nel mio precedente intervento non volevo cadere nell'equivoco di mischiare i due temi, la GPA e la tutela dei diritti dei bambini e delle bambine, non per sottrarmi alla discussione sull'argomento della GPA, ma perché ritengo che le due tematiche siano separate. Esiste una proposta che proviene dalle Famiglie arcobaleno, credo che il Parlamento debba partire da lì, dal riconoscimento di quello che esiste e che sono i bambini e le bambine in carne e ossa; in molti Paesi europei la GPA è vietata come in Italia, ma questo non ha impedito a quei Paesi di legiferare sui diritti dei bambini e delle bambine a prescindere dal modo in cui sono veniti al mondo.
ALESSANDRA PISU, Il problema principale che dobbiamo affrontare è quello dei bambini, nati con le modalità più disparate, anche vietate dal nostro ordinamento, che hanno diritto ad avere due genitori. In alcuni dei precedenti interventi si è fatto riferimento all'adozione. Io credo che non sia lo strumento più adeguato. L'adozione serve a dare genitori a bambini che per le più svariate ragioni non li hanno. Non si può pensare che una legge, nata per questo scopo, possa offrire oggi la soluzione a un problema che è invece quello di riconoscere due genitori che esistono come tali nella vita dei figli fin dall’origine e, in particolare, per formalizzare legalmente il rapporto con il genitore non legato biologicamente al nato. Se si continua a ragionare sulla scorta di ciò che don Ettore ci ha letto, si ragiona su una realtà che non è quella che abbiamo di fronte. E se pensiamo di trovare un rimedio nell'adozione in casi particolari, ex art. 44 l. n. 184/1983, ci poniamo sulla stessa linea da ultimo assunta dai rappresentanti del governo in carica, i quali anziché cercare di elaborare una nuova soluzione si appiattiscono sulla giurisprudenza. L'adozione non si fa con uno schiocco di dita, è un procedimento lungo, complesso, che costa, che qualcuno deve attivare. Se il genitore non biologico non lo inizia perché ha cambiato idea sul suo ruolo o perché è in crisi con il/la partner, l'adozione non si fa e l'interesse del minore dove va a finire? Idem se il genitore non biologico muore prima che sia riconosciuto il rapporto di filiazione. Io penso che a un problema nuovo debba essere data una soluzione nuova.
ROMINA MURA. Fino al 2012 i figli nati fuori dal matrimonio erano considerati figli naturali, oggi sono figli legittimi. Non possiamo non considerare che siamo in Italia, un Paese che per fare un passo avanti ha bisogno di una sintesi, e le associazioni, che vivono il problema, hanno indicato due cose: la registrazione dei certificati di nascita prodotti all'estero e la riforma dell'adozione.
SILVIA DE SIMONE. L'Associazione Famiglie Arcobaleno ha depositato una Proposta di legge in cui si chiede il riconoscimento alla nascita, nel frattempo chiediamo che non siano bloccate le registrazioni degli atti di nascita prodotti all'estero perché hanno dato tutela ai bambini che già esistono. L'adozione in casi speciali è uno strumento che alcune coppie hanno utilizzato in mancanza di una legge, ma non è quello che chiediamo perché è discriminatoria, non tutti possono permetterselo e non solo economicamente ma anche da un punto di vista psicologico, perché richiede risorse, una famiglia allargata che ti sostenga, perché non è semplice andare in Tribunale e chiedere di adottare la propria figlia, portarla dalle assistenti sociali, fare entrare in casa gli assistenti sociali che devono valutare la capacità genitoriale. Devo avere una famiglia "Mulino bianco" per presentarmi agli assistenti sociali, e devo sapere se ad esempio il Tribunale della mia città ha un orientamento di apertura in questa direzione. Il percorso poi può durare, a seconda delle città, due, tre, anche quattro anni. C'è anche il problema delle separazioni, come nelle coppie eterosessuali, e molti bambini non vedono più il genitore sociale perché il genitore biologico non è tutelato. E' urgentissimo fare una legge, ma nel frattempo facciamo una campagna perché proseguano le trascrizioni, facendo pressione sui Sindaci.
ANNA MARIA BUSIA. Penso che occorra distinguere, come si diceva in premessa, tra ciò che richiede una soluzione immediata, il riconoscimento della bigenitorialità, e un dibattito - che la scienza ci impone - per avviare un percorso che eviti strumentalizzazioni su un tema così delicato.
FRANCESCA GHIRRA. E' certamente un tema molto delicato, ma io penso che la società sia molto più avanti del Parlamento. Noi possiamo far calendarizzare delle proposte, e anche costruire una trasversalità con colleghi del centrodestra che su questi argomenti hanno una sensibilità diversa. Questo sarà l'impegno del mio Gruppo.
CATERINA TURRI. Ripensavo ad altri momenti della vita del Paese, ad esempio le battaglie per il divorzio e l'interruzione di gravidanza, in cui la società italiana si è dimostrata molto più matura e consapevole del Parlamento. Come diceva Francesca, c'è una sensibilità maggiore tra le persone, però è anche vero che l'informazione, con la capacità di penetrazione dei nuovi media, e il dibattito pubblico stanno prendendo una deriva difficile da contrastare. Perciò penso che l'incontro di questa sera sia servito per capire più a fondo il problema, possiamo così tutti noi contrastare, nella società, nei luoghi in cui operiamo, quel tipo di informazione distorta e strumentale. Sappiamo che sulla mistica della maternità è stato costruito tutto un pensiero, che sarebbe lungo affrontare stasera, ma che sarebbe interessante riprendere in altra occasione per approfondire temi che di fronte all'evoluzione della società e dalla scienza, non possono rimanere statici come dogmi intoccabili, come ci ricordava anche don Ettore.
Il futuro ci metterà di fronte a tante innovazioni, dobbiamo cercare di affrontarlo - sapendo che spesso toccano temi che hanno un profondo coinvolgimento affettivo - rifacendoci sempre alle situazioni concrete, alla conoscenza scientifica e ai valori della nostra Costituzione: sono gli unici strumenti che possono guidarci verso una scelta consapevole, che potrà anche essere diversa tra di noi, l'importante è che sia fondata veramente sul valore della sconoscenza e non del pregiudizio e con il riferimento costante alla Costituzione, che è contro tutte le discriminazioni.
ANNA MARIA BUSIA, Avvocata. Il tema che affrontiamo oggi è un tema divisivo, che prevede il contemperamento di interessi contrapposti. Divide perché si contrappongono gli interessi di genitori che chiedono di ricorrere alla maternità surrogata, e nel nostro Ordinamento questa pratica è reato, e dall'altra parte ci sono gli interessi dei figli su cui gravano le conseguenze di questa scelta e che nel nostro sistema non hanno adeguata tutela
Su questo è intervenuta recentemente una sentenza delle Sezioni riunite della Corte di Cassazione per dare delle indicazioni che poi nel corso del dibattito svilupperemo.
Dobbiamo quindi, anche con il contributo dei presenti, cercare di capire in che modo bilanciare questi interessi, e fare in modo che il legislatore, invitato ad intervenire anche dalla Corte costituzionale, lo faccia nella maniera giusta, rispettando i principi del nostro Ordinamento che sono insuperabili.
GRAZIAMARIA DE MATTEIS, Avvocata, docente di diritto penale minorile, già Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Il mio compito insieme a Anna Maria è quello di moderatrice del dibattito, ma anticipo che lo farò con un occhio primariamente rivolto alla tutela dei minori coinvolti
Tutela dei diritti dei minori che si dovrà ritenere sovraordinata a qualunque tipo di scelta che in un dibattito come questo, che tocca nel profondo le nostra coscienze, potremo fare.
La Convenzione dei Diritti del fanciullo ,la Convenzione europea sui diritti della infanzia ma soprattutto la nostra Costituzione lo impongono.
Tra l’altro in un ambito come questo, comunque si intervenga, deve essere chiaro che non ci possono essere bambini di serie "A" e bambini di serie "B"come non possono esserci atteggiamenti determinati dalla sola appartenenza politica. E’ questo un problema che riguarda la persona e di fronte a questo dobbiamo porci il problema di chi non può difendersi da solo.
Al di là delle diverse posizioni ideologiche, etiche, religiose, che hanno il mio massimo rispetto, la soluzione del problema deve essere orientata alla tutela dei minore ; il progresso scientifico l'evoluzione della scienza – anche questo un dono di Dio, per chi crede - hanno portato a sviluppi che noi, come esseri umani, capaci di raziocinio, dobbiamo controllare e regolare. Sviluppi che consentono - in molte parti del mondo - la possibilità di ricorrere a pratiche volte a garantire il diritto alla procreazione anche per chi ci appariva storicamente incapace farlo: dobbiamo tenerne conto…ma, per quanto mi riguarda, sempre nell'ottica della massima tutela dei minori coinvolti.
La Carta di New York nasce,proprio, al fine di garantire a livello mondiale il massimo rispetto dei diritti fondamentali del minore, che ha diritto a essere riconosciuto come persona.
Come persona in via di sviluppo, che ha diritto al riconoscimento della genitorialità, come anche alla bi-genitorialità, Ma la stessa Carta non specifica che questa sia debba essere identificata in una madre e un padre; la Carta, letta nelle sue formulazioni di principio ma soprattutto di sostanza, afferma che il minore ha diritto a quella presenza che affettivamente garantisca la sua miglior crescita.
SILVIA DE SIMONE, Referente regionale delle Famiglie Arcobaleno. Come è stato detto in apertura, il tema della genitorialità per le coppie dello stesso sesso è molto divisivo e spesso si tende a spostarlo sul piano ideologico. Nel pensare a questo incontro mi sono interrogata su quale potesse essere il mio contributo rispetto al dibattito. Non voglio parlare del tema della GPA (gestazione per altri), ma vorrei condividere alcune informazioni perché penso che la conoscenza e l'informazione siano gli strumenti fondamentali per operare scelte consapevoli. Lo faccio da un punto di vista privilegiato, quello della mia associazione, che raccoglie un numero importante di genitori omosessuali, nelle grandi città come nei piccoli paesi, nei centri e nelle periferie, e che soprattutto svolge un'attività sul campo da 18 anni nel corso dei quali abbiamo raccolto tante esperienze.
Tema divisivo, dalla genitorialità surrogata ai figli e alle figlie, tuttavia non esiste solo la genitorialità legata alla GPA, ma esiste anche la genitorialità delle madri lesbiche. Nella nostra associazione il 90 per cento dei genitori sono mamme lesbiche e non papà gay. Lo dico perché quando si parla di tema divisivo ci si riferisce alla GPA, che riguarda una percentuale omosessuale inferiore rispetto a tutta la popolazione gay. Quindi mettiamo al centro del dibattito la genitorialità delle mamme, che è l'aspetto più semplice e meno divisivo nell'opinione pubblica. Tuttavia io riporterei al centro i figli e le figlie. Oggi si diventa genitori in tanti modi, e non solo nelle coppie LGBTQ+, che ci piaccia o no, il modo di fare famiglia oggi è piuttosto variegato. Esistono bambini e bambine che nascono in Italia, nascono in un progetto di genitorialità condivisa, un progetto di famiglia in cui vengono pensati, hanno genitori prima di nascere, così come avviene nelle coppie eterosessuali, ma vengono al mondo dovendo ricorrere ai viaggi della speranza perché in Italia non è possibile per due donne ricorrere alla fecondazione eterologa, possibile solo per le coppie eterosessuali che infatti possono accedere a questo percorso non "naturale", non "biologico", per richiamare un tema che viene utilizzato nel dibattito pubblico.
Succede quindi che due donne si recano all'estero per accedere alle tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita) nei Paesi dove questo è consentito dalla legge, e tornano in Italia dove portano a termine la gravidanza. Alla nascita del bambino si recano all'anagrafe per riconoscere il figlio o la figlia. Prima, per trascrivere questi bambini, l'unico modo era dichiarare che il padre era ignoto. A un certo punto, alcuni sindaci in Italia hanno deciso di trascrivere i nuovi nati registrando la bigenitorialità. In altri casi, genitori che avevano partorito all'estero, hanno richiesto la trascrizione in Italia dei certificati di nascita del figlio o della figlia in cui erano indicati i due genitori. In questi casi si sono incontrate molte difficoltà, che hanno richiesto il ricorso ai Tribunali per veder riconosciuto il diritto a trascrivere questi certificati e il riconoscimento della bigenitorialità. Questa procedura ha determinato una discriminazione, perché i genitori di bambini residenti in una Città la cui Amministrazione era più aperta a questa soluzione riuscivano a far riconoscere la bigenitorialità dei propri figli, ad altri questo veniva negato. La recente circolare del Ministero dell'interno ha determinato il blocco delle trascrizioni.
La centralità quindi sono i figli e le figlie: ci sono, che ci piaccia o no, e vivono nella quotidianità questa bigenitorialità il cui riconoscimento deve essere garantito, ma non per salvaguardare il diritto alla bigenitorialità, ma per responsabilizzare i genitori, perché se il genitore biologico - quello riconosciuto - muore il bambino va in adozione. In caso di separazione - perché le coppie omosessuali si separano come le coppie eterosessuali - la legge interverrebbe non per tutelare i genitori, ma per tutelare i bambini e le bambine, che hanno il diritto di mantenere il legame affettivo e anche il sostegno economico.
ALESSANDRA PISU Prof. Assoc. Diritto Privato UNICA, Il problema di cui parliamo riguarda i figli nati all’estero con metodiche vietate in Italia. La legge n. 40/2004, che regola la procreazione medicalmente assistita, prevede un divieto di accesso alle tecniche per le coppie omosessuali e considera la GPA, alla quale ricorrono coppie omoaffettive, ma anche coppie eterosessuali, un reato. La difficoltà nel riconoscimento dei figli nasce dal fatto che legge di diritto internazionale privato prevede che possano produrre effetti, e in questo caso quindi essere registrati in Italia, gli atti di nascita formati all’estero purché non siano contrari all'ordine pubblico. Questo è il punto, perché anche la sentenza del dicembre 2022, citata dall'avvocato Busia, confermando la precedente giurisprudenza di legittimità, afferma che la GPA è contraria all'ordine pubblico perché “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”. Il legislatore dovrebbe riflettere sull’attualità di questi divieti assoluti e sulla loro idoneità a preservare i valori che si intendono proteggere.
DE MATTEIS. Ho ascoltato con attenzione e conosco la sentenza ma ribadisco che dobbiamo difendere anche un altro principio sovraordinato e fondamentale che è il "miglior interesse del minore", previsto dalla CNY, in sede europea e nella Costituzione; obbligatorio quindi per un paese democratico e rispettoso della leggi come il nostro, porci il problema di quei bambini che sono già nati.
Non si può usare il minore per fare una scelta politica di contrasto al GPA; scelta che può essere accettabile o meno, che può anche portare a mantenere il divieto della gestazione per altri, ma dobbiamo prima di tutto regolamentare la condizione di quei bambini già nati che devono avere il riconoscimento dei loro genitori.
Per quanto riguarda la GPA non è sostenibile che un problema di ordine pubblico determini il disconoscimento di un bambino. La Corte costituzionale che sulla GPA non si è pronunciata, ha detto però che c'è un vuoto normativo e che quel vuoto va colmato. Occorre anche ricordare che la Corte costituzionale si è pronunciata sul riconoscimento dei figli nati da un rapporto incestuoso, offensivo dell’ordine pubblico, in alcune circostanze punito come reato, ma, in ragione della tutela del minore ha anche affermato che quella paternità va riconosciuta.
Subordinando l’ordine pubblico al superiore interesse del minore .
SANDRO GALLITTU, Responsabile nazionale Ufficio nuovi diritti della CGIL. Oggi si ripropone quello che accadde nel 2015 in occasione della discussione della legge sulle unioni civili, che riconosceva a persone dello stesso sesso la possibilità di unirsi con un istituto simile a quello del matrimonio, anche allora si cercò di spostare il discorso sulla gestazione per altri. Oggi si discute dei diritti dei bambini e delle bambine e riemerge il tema della GPA: una trappola che la destra mette in atto per impedire che si parli del tema centrale, noi dobbiamo rifiutare questo piano della discussione. Per questo credo che quanto affermato in apertura di questo incontro sia sbagliato: non ci sono interessi contrapposti, bene invece ascoltare chi queste situazioni vive per uscire da un'impostazione ideologica e rimanere dentro la realtà della vita delle persone, non stiamo parlando di interessi contrapposti, ma della vita delle persone. Ognuno ha la sua idea sulla GPA, io ho la mia, espressa in diversi momenti, ma ora non stiamo parlando di GPA e se lo facciamo eludiamo il nodo della vicenda che è rappresentato dai bambini e dalle bambine che oggi in Italia vengono privati - come dice la Corte costituzionale - del supremo interesse che è quello del diritto alla vita familiare, quindi al riconoscimento della doppia genitorialità. Ed è un fatto indubbio, perché quei bambini e quelle bambine sono nati in un contesto fatto di due genitori, che fin dall'inizio hanno esercitato la funzione genitoriale nei loro confronti. Mettere in discussione il diritto alla vita familiare significa negare diritti concreti, tra l'altro ai soggetti più fragili.
La Corte costituzionale ha affermato che la disciplina della materia non rientra tra le sue competenze, ma che deve essere affrontata dal legislatore, e mentre ha ribadito che non deve essere messo in dubbio l'interesse superiore del minore, ha anche detto che la stepchild adoption (l'adozione del figlio del compagno) non è lo strumento più adeguato. Questione che all'epoca della discussione della legge sulle unioni civili la destra ha fatto stralciare mentre oggi sostiene che rappresenta la soluzione. Ma, al di là di questo, la Corte dice che non è la soluzione al problema perché ha tempi incerti, non garantisce immediatamente e - dico io - perché discrimina sulla base del censo, perché la può intraprendere solo chi ha i soldi e i mezzi per farlo.
Infine c'è un ulteriore principio, che attiene alla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione europea. L'UE proponeva un Regolamento per l'adozione della carta d'identità europea, cioè che i bambini e le bambine riconosciuti come figli di quei genitori avessero lo stesso riconoscimento all'interno dello spazio comunitario. E' evidente che se spostandosi da uno Stato all'altro si perdono i diritti di genitore o di figlio si impedisce di spostarsi, e questo pone in discussione uno dei principi fondanti dell'Unione europea, quello della libera circolazione tra i Paesi membri.
Parlare quindi dei diritti delle bambine e dei bambini, non della GPA che è una modalità generativa estremamente marginale nel novero dei bambini e delle bambine di cui si chiede il riconoscimento della bigenitorialità, che per la gran parte sono figli di due madri che hanno fatto ricorso alla fecondazione eterologa nei Paesi dove questa pratica è consentita alle coppie di donne o alle donne singole.Il problema è che la Legge n. 40, oltre a vietare la GPA, vieta la fecondazione eterologa alle coppie di donne, con un impianto che è discriminatorio nei confronti delle coppie monoaffettive.
ROMINA MURA, già deputata PD. Credo che la battaglia sui diritti civili non sia disgiunta da quella per i diritti sociali, le due cose vanno insieme; oggi si è parlato della discriminazione dei bambini e delle bambine che non vengono riconosciuti perché nati con un percorso procreativo differente, ma poi si arriva alla discriminazione a scuola, nella vita sociale, per questo dico che i diritti civili e i diritti sociali vanno tenuti insieme. Io credo che dove c'è amore può stare un bambino. Ricordo bene il clima in cui avvenne la discussione in occasione dell'approvazione della legge sulle unioni civili, diventato un campo di battaglia ideologico. Oggi in Parlamento si discute un'altra legge che riguarda i figli di mamme detenute, bambini costretti a nascere e trascorre parte della prima infanzia in carcere, e anche su questo prevale una discussione ideologica che prescinde dall'interesse dei minori.
Noi dobbiamo rappresentare la pars construens, riportando al centro del dibattito l'interesse dei minori e spingere il legislatore al recepimento del Regolamento europeo sulla filiazione, che è fondamentale, anche se sono portata a credere che il polverone che la destra solleva su questo tema sia determinato dalla volontà di contrastare l'approvazione di quel Regolamento.
Ci sono altri interventi che si possono fare, intanto credo che siano maturi i tempi per passare dalle unioni civili al matrimonio egualitario, e poi modificare la legge sulle adozioni. La legge interviene come fattispecie astratta per regolare situazioni concrete: la società italiana è profondamente cambiata, dobbiamo intervenire per affrontare tali cambiamenti.
Per onestà intellettuale devo dire che ho qualche perplessità sulla GPA, prima di tutto perché credo che determini uno sfruttamento delle donne; ho la sensazione che siano le donne più povere, economicamente e culturalmente, a prestarsi a quella pratica, ma sono disponibile a discuterne perché sono convinta che quando parliamo di diritti non ci possono essere dogmi.
DELIA FENU, Presidente AGEDO Cagliari. Agedo è l'Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali, LGBTQ+. Sono d'accordo con Romina sull'importanza di una revisione della legge sulle adozioni. In una recente trasmissione, Massimo Recalcati diceva che i figli e le figlie vengono "adottati" anche dai genitori biologici. Ritengo sia diritto delle bambine e dei bambini il riconoscimento a questa adozione, sia per chi li fa in maniera "normale" e anche per chi li fa in maniera "non normale". Ci sono diversi modi per arrivare al concepimento, non voglio entrare nel tema della GPA, però vorrei ricordare le battaglie storiche del femminismo per l'affermazione del diritto a decidere del proprio corpo, il cui slogan era "il corpo è mio e lo gestisco io".
Chi può vietare a una donna di prestare il proprio grembo per un atto d'amore nei confronti di una figlia, di una nipote? Esiste questo aspetto, ma io ritengo che la cosa più importante sia giungere a una riforma della legge sulle adozioni.
Così come noi genitori abbiamo accolto i nostri figli nel nostro seno, così deve essere riconosciuta a ogni essere umano la genitorialità affettiva.
Ricordate la recente intervista alle due mamme di Emma: le abbiamo adottate come nostre nipoti, ci consideriamo tutte prozie di Emma; esiste un'adozione affettiva, "fill'e anima" nella antica tradizione della Sardegna. Impedire, compromettere, limitare l'affettività degli individui è il peggior servizio che il legislatore possa fare alla comunità, non può recidere legami affettivi consolidati, soprattutto se parliamo d'infanzia.
Sono felice di essere qui, e anche orgogliosa che il PD voglia discutere di questa materia, perché è una battaglia di civiltà. Mi ricorda un po' la stagione della legge 40, la fatica per raccogliere le firme, anche allora si strumentalizzava il tema della fecondazione eterologa per impedire l'approvazione della legge, ma ricordo anche che fu un momento di grande unità. La destra sbaglia a strumentalizzare questi temi, perché di fronte a questi attacchi pretestuosi noi riusciamo a essere ancora più uniti. Le famiglie non chiedono di mettervi al loro posto, ma al loro fianco.
FRANCESCA GHIRRA, Deputata Alleanza Verdi e Sinistra. E' vero che questo è un tema molto sensibile, ma io sono dell'opinione che quando si tratta di diritti, ampliarli per tutte e tutti non tolga niente a nessuno, anzi, genera una società migliore.
Condivido pienamente quanto detto da Sandro Gallittu e da Silvia De Simone, uno dei primi atti del mio Gruppo infatti è stato quello di depositare la proposta di legge delle Famiglie Arcobaleno, non per appropriarci del lavoro altrui, ma per aprire il dibattito su questo tema. Spesso ci accusano di concentrarci solo sui diritti, io sono orgogliosa di farlo, perché se in Italia la situazione è ancora questa, evidentemente non ce ne siamo occupati abbastanza. E' arrivato il momento di riflettere su alcune disposizioni legislative, come la legge sulle unioni civili, che all'epoca rappresentava un passo in avanti, ma sapevamo che non era adeguata a rappresentare la situazione reale delle nostre famiglie, composita e complessa, e reintrodurre la responsabilità genitoriale, stralciata dalla legge del 2016, che così non risponde pienamente all'esigenza di tutela dei diritti dei minori. Così come occorre una rivisitazione sulle adozioni, sia per le coppie omogenitoriali sia per i singoli individui che si vogliano far carico della crescita di un minore. Le condizioni in cui crescono bambine e bambini in un contesto in cui sono desiderati e ricercati, nonostante le difficoltà, garantiscono un supporto adeguato alla loro crescita, a differenza di quanto spesso accade nelle famiglie eterosessuali.
Sulla GPA io ho le stesse perplessità che esprimeva Romina Mura, però nel contesto europeo, in cui molti Stati consentono il ricorso a tecniche di procreazione che da noi sono vietate, quindi chi ha i mezzi può recarsi all'estero per usufruire di quelle tecniche, lo Stato italiano deve non solo riconoscere gli atti di nascita prodotti all'estero, ma anche porsi il problema di regolare questa fattispecie. Credo che ci sia molta ipocrisia dietro certi atteggiamenti, ma penso che un Paese civile debba dotarsi un apparato normativo che consenta alle persone che vivono in Italia di godere degli stessi diritti di cui godono coloro che nascono o vivono in altre parti del mondo, possibilmente anche di più.
MARCELLO PILI, Medico cardiologo. Come cardiologo entro marginalmente in questa discussione, e forse anche io sono un po' fuori tema, ma se vorrete ascoltarmi vorrei parlare dell'"elefante" e non del pelo dell'elefante, e cioè della GPA. Tutta la melina messa in atto con il divieto di trascrizione dei certificati di nascita prodotti all'estero serve a mascherare il vero problema. Il vero tema da affrontare è se possiamo ipotizzare che in futuro i bambini possano nascere in modo differente da quello tradizionale, considerato che una coppia su cinque (il 20 per cento) è infertile. Ed è singolare che il discorso si soffermi sui pochissimi uomini coinvolti, quando invece la moltitudine dei casi riguarda le coppie eterosessuali. Se passasse la legge sul reato universale - e sono convinto che non passerà - ci sarà una discussione in cui verrà detto di tutto di più creando un ulteriore stigma nei confronti di questo mondo, che esiste, e che continuerà disperatamente a cercare di far figli perché è un istinto insopprimibile.
Da cardiologo ho visto cambiare il destino di persone affette da cardiopatie congenite che portavano alla morte e ora al 90 per cento vivono e che potrebbero procreare - perché hanno i loro ovociti - ma non sono nella condizione di sostenere il peso di una gravidanza, però ci sono altre donne che possono farlo per loro, anche gratis, la gestazione solidale, di cui non si vuole parlare. Vi potrei parlare delle donne affette dalla sindrome di Rokytansky, che possono, da un punto di vista biologico, fare figli e hanno madri, sorelle, che sarebbero disponibili a portare a termine la gravidanza per loro. Questo non si vuole dire per dare risalto alla mercificazione del corpo della donna. In circa 40 Stati del mondo la GPA è legale, è normata, non fa scandalo, è una consuetudine medica; in Inghilterra è prevista dal Sistema sanitario. Da medico vorrei sottolineare l'enormità degli argomenti, cosiddetti scientifici, sull'equilibrio dei "poveri bambini strappati all'utero materno" che non hanno potuto più sentire la canzoncina o il battito che sentivano durante la gestazione e quindi sono traumatizzati. Bene, dal punto di vista scientifico non esiste prova circa un minus esistenziale nei bambini che crescono in incubatrice, come non esiste riguardo ai figli di coppie omosessuali, addirittura maschi, rispetto ai bambini nati nelle famiglie "Mulino bianco". Messi a confronto figli di coppie eterosessuali, figli di coppie composte da due donne e di coppie composte da due uomini, i parametri di benessere soggettivo sono risultati migliori nei bambini figli di coppie omosessuali maschili perché avevano un maggiore grado di tutela, di amore e di attenzione rispetto agli altri bambini.
Non oggi, ma tra qualche anno, ci piaccia o no, ci saranno incubatrici capaci di portare dalla blastocisti all'uomo formato; si può discutere, così come 40 anni fa ci si interrogava sulla possibilità di far nascere un bambino in provetta, ma si tratta di qualcosa che esisterà nella medicina del futuro. Non vogliamo discutere dell'elefante, ma l'elefante camminerà lo stesso perché il desiderio innato di genitorialità spingerà comunque le coppie, etero o omosessuali, a ricorrere alla GPA all'estero.
LAURA PISANO, Presidente dell'Associazione L'altra cicogna. Mi occupo da tanti anni del tema della procreazione medicalmente assistita che al suo interno richiama anche la tematica della GPA. Ma non è questo di cui voglio parlare perché stasera affrontiamo il tema dei diritti delle bambine e dei bambini.
Ogni volta che si parla del diritto alla riproduzione, di diritto-dovere alla genitorialità, ci si sente chiedere perché si voglia un figlio a tutti i costi o perché non si ricorra all'adozione. I figli non sono generati "a tutti i costi", nascono perché c'è un percorso per loro, un percorso d'amore e un percorso che la scienza e le scelte dell'uomo possono costringere solo fino a un certo. Quando si affrontò la discussione sulla legge n. 40 ci fu un grande equivoco nel merito degli argomenti, perché quando si parlava di fecondazione assistita si parlava solo di eterologa, e ricordo ancora le oscenità urlate dagli attuali esponenti del Governo, perché sono le stesse persone di allora. C'è un limite che la politica si deve porre, quello delle coscienze dei cittadini, che sono capaci di leggere, comprendere e autodeterminarsi.
Siamo sempre noi donne sotto accusa, perché vogliamo figli ad ogni costo, vorremmo addirittura sceglierli al supermercato, come disse un noto esponente della destra. Se vogliamo ricorrere all'adozione, siamo sottoposte a mille giudizi e se non si ha un carattere forte, dopo il primo colloquio si finisce col rinunciare.
I figli sono sempre figli, sia che nascano dal nostro corpo, sia che vengano da un percorso di adozione. Io personalmente ho seguito tutta la trafila dell'adozione, un percorso durato almeno dieci mesi, salvo arrivare a un mese dalla scadenza della disponibilità e sentirmi dire dal Giudice onorario che aveva solo un'ora e doveva decidere per tre bambini.
Allora la valutazione delle scelte rimanga alle persone. La libertà dei politici di decidere secondo coscienza non può inficiare la mia libertà.
Servono norme generali che agiscano sulla tutela dei diritti dei minori nati e che rispettino le scelte degli adulti.
Faccio solo un breve riferimento alla GPA: in oltre 40 Stati è legale, perfettamente organizzata e normata, è esclusivamente solidale, non commerciale. Si cita l'India, ma in quel Paese la GPA è autorizzata, dal 2015, solo per gli indiani.
In tutti gli Stati le donne che si prestano alla gravidanza solidale sono donne adulte, devono dimostrare di essere economicamente autosufficienti e non possono farlo più di due volte nella vita.
Certa politica utilizza argomentazioni false, strumentalizza argomenti sensibili che la maggior parte delle persone fatica a comprendere perché non ha le conoscenze, le competenze, noi non dobbiamo seguirla su questa strada. Agitano il tema della deminutio della maternità, dello sfruttamento delle donne più povere, ma non si preoccupano delle prostitute bambine, dello sfruttamento del lavoro femminile in tanti ambiti.
E' necessario un lavoro di informazione e formazione. Dobbiamo fare tutti uno sforzo affinché il dibattito su questi temi, con le corrette informazioni, arrivino all'esterno.
Sulla GPA non ho certezze, ma se una nipote, una figlia, un’amica o sorella che sicuramente non potrà avere figli perché cardiopatica, trapiantata o affetta da patologie o sindromi che non le consentono la libertà di affrontare una gravidanza, mi chiedesse di portare avanti la gravidanza al suo posto, io penso che lo farei, lo avrei fatto certamente per mia sorella, per mia nipote o per un’amica e forse mia sorella lo farebbe per me o per sua nipote o per un’amica.
Infine c'è la questione del reato universale, anche questo agitato ideologicamente, ma mi chiedo come possa essere considerato reato il ricorso a una pratica medica in uno Stato che la considera legale.
Don ETTORE CANNAVERA, Fondatore della Comunità La Collina. Mi chiedo perché abbiate invitato un prete per parlare di questi argomenti di cui non so nulla, io potrei parlare di carceri, di malavitosi. Ma, comunque, prima di venire ho riletto alcune cose: si diventa madre appena l'ovulo viene fecondato e comincia a entrare in relazione con la madre. La formazione dell'uomo quindi inizia nell'utero della madre, e quando nasce ha già avuto mesi di relazione con la madre. Pertanto il diritto fondamentale del bambino è continuare quella relazione. In un libro che mi ha colpito ho letto che "cominciamo a esistere in relazione nello stesso istante del concepimento e non finiamo mai più di esserlo, nel bene e nel male". Inoltre, lo sviluppo dell'embrione si realizza, come proprio di tutti i mammiferi, nell'utero materno, anche chiamato "matrice", "seno materno", ciò significa che nei 9 mesi della gravidanza madre e figlio condividono il flusso sanguigno, e poiché gli ormoni materni attraversano la membrana della placenta, l'umore, lo stato d'animo della madre influenza in maniera diretta il corpo e la psiche del figlio. Dare un bambino a un'altra coppia non mi trova d'accordo, perché viene messa fuori gioco la madre biologica.
Queste sono le mie perplessità, io credo che, per persone che come me si ispirano a una visione cristiana, evangelica, l'essere umano è un essere relazionale e la prima relazione avviene nell'utero materno, se viene meno la madre che lo ha concepito, addirittura partorito, entra in gioco un'altra madre con l'adozione. Ma non può essere una maternità surrogata, perché mi sembra che non rispetti il bisogno fondamentale dell'essere umano
- avete tutti parlato del rispetto dei diritti del più debole - alla maternità e alla paternità che inizia già nel momento del concepimento.
LAURA PISANO. Nel dibattito sulla legge 40, le obiezioni riguardavano in gran parte la fecondazione eterologa perché introduceva all'interno della coppia (si parlava solo di coppia) un esterno, un terzo che avrebbe minato la natura stessa del rapporto. In questi venti anni le Associazioni hanno demolito la legge 40 a suon di ricorsi alla Corte costituzionale, sono nati migliaia di bambini da fecondazione eterologa, e quel "terzo esterno" non è mai esistito; il ragionamento che lei ha fatto ha smontato quelle obiezioni che venivano soprattutto da ambienti della destra clericale, sulla base di questo, lei, don Ettore, cosa pensa oggi della fecondazione eterologa?
Don ETTORE CANNAVERA. La mia posizione - che non sempre coincide con le posizioni della gerarchia, non sto rappresentando le posizioni della Chiesa - è quella del dialogo, dell'apertura a quel cambiamento culturale che c'è nel Paese e quindi del diritto. La politica deve fare un lavoro anche culturale, ma fuori da gruppi ristretti dove si è tutti in sintonia; bisogna uscire da qui, incontrare i giovani, andare nelle parrocchie, fare iniziative che coinvolgano persone diverse in modo che queste tematiche diventino un arricchimento culturale per tutti. Nella diversità si trova parte della verità. Vi invito a riproporre questa iniziativa nella mia Associazione.
SANDRO GALLITTU. Nel mio precedente intervento non volevo cadere nell'equivoco di mischiare i due temi, la GPA e la tutela dei diritti dei bambini e delle bambine, non per sottrarmi alla discussione sull'argomento della GPA, ma perché ritengo che le due tematiche siano separate. Esiste una proposta che proviene dalle Famiglie arcobaleno, credo che il Parlamento debba partire da lì, dal riconoscimento di quello che esiste e che sono i bambini e le bambine in carne e ossa; in molti Paesi europei la GPA è vietata come in Italia, ma questo non ha impedito a quei Paesi di legiferare sui diritti dei bambini e delle bambine a prescindere dal modo in cui sono veniti al mondo.
ALESSANDRA PISU, Il problema principale che dobbiamo affrontare è quello dei bambini, nati con le modalità più disparate, anche vietate dal nostro ordinamento, che hanno diritto ad avere due genitori. In alcuni dei precedenti interventi si è fatto riferimento all'adozione. Io credo che non sia lo strumento più adeguato. L'adozione serve a dare genitori a bambini che per le più svariate ragioni non li hanno. Non si può pensare che una legge, nata per questo scopo, possa offrire oggi la soluzione a un problema che è invece quello di riconoscere due genitori che esistono come tali nella vita dei figli fin dall’origine e, in particolare, per formalizzare legalmente il rapporto con il genitore non legato biologicamente al nato. Se si continua a ragionare sulla scorta di ciò che don Ettore ci ha letto, si ragiona su una realtà che non è quella che abbiamo di fronte. E se pensiamo di trovare un rimedio nell'adozione in casi particolari, ex art. 44 l. n. 184/1983, ci poniamo sulla stessa linea da ultimo assunta dai rappresentanti del governo in carica, i quali anziché cercare di elaborare una nuova soluzione si appiattiscono sulla giurisprudenza. L'adozione non si fa con uno schiocco di dita, è un procedimento lungo, complesso, che costa, che qualcuno deve attivare. Se il genitore non biologico non lo inizia perché ha cambiato idea sul suo ruolo o perché è in crisi con il/la partner, l'adozione non si fa e l'interesse del minore dove va a finire? Idem se il genitore non biologico muore prima che sia riconosciuto il rapporto di filiazione. Io penso che a un problema nuovo debba essere data una soluzione nuova.
ROMINA MURA. Fino al 2012 i figli nati fuori dal matrimonio erano considerati figli naturali, oggi sono figli legittimi. Non possiamo non considerare che siamo in Italia, un Paese che per fare un passo avanti ha bisogno di una sintesi, e le associazioni, che vivono il problema, hanno indicato due cose: la registrazione dei certificati di nascita prodotti all'estero e la riforma dell'adozione.
SILVIA DE SIMONE. L'Associazione Famiglie Arcobaleno ha depositato una Proposta di legge in cui si chiede il riconoscimento alla nascita, nel frattempo chiediamo che non siano bloccate le registrazioni degli atti di nascita prodotti all'estero perché hanno dato tutela ai bambini che già esistono. L'adozione in casi speciali è uno strumento che alcune coppie hanno utilizzato in mancanza di una legge, ma non è quello che chiediamo perché è discriminatoria, non tutti possono permetterselo e non solo economicamente ma anche da un punto di vista psicologico, perché richiede risorse, una famiglia allargata che ti sostenga, perché non è semplice andare in Tribunale e chiedere di adottare la propria figlia, portarla dalle assistenti sociali, fare entrare in casa gli assistenti sociali che devono valutare la capacità genitoriale. Devo avere una famiglia "Mulino bianco" per presentarmi agli assistenti sociali, e devo sapere se ad esempio il Tribunale della mia città ha un orientamento di apertura in questa direzione. Il percorso poi può durare, a seconda delle città, due, tre, anche quattro anni. C'è anche il problema delle separazioni, come nelle coppie eterosessuali, e molti bambini non vedono più il genitore sociale perché il genitore biologico non è tutelato. E' urgentissimo fare una legge, ma nel frattempo facciamo una campagna perché proseguano le trascrizioni, facendo pressione sui Sindaci.
ANNA MARIA BUSIA. Penso che occorra distinguere, come si diceva in premessa, tra ciò che richiede una soluzione immediata, il riconoscimento della bigenitorialità, e un dibattito - che la scienza ci impone - per avviare un percorso che eviti strumentalizzazioni su un tema così delicato.
FRANCESCA GHIRRA. E' certamente un tema molto delicato, ma io penso che la società sia molto più avanti del Parlamento. Noi possiamo far calendarizzare delle proposte, e anche costruire una trasversalità con colleghi del centrodestra che su questi argomenti hanno una sensibilità diversa. Questo sarà l'impegno del mio Gruppo.
CATERINA TURRI. Ripensavo ad altri momenti della vita del Paese, ad esempio le battaglie per il divorzio e l'interruzione di gravidanza, in cui la società italiana si è dimostrata molto più matura e consapevole del Parlamento. Come diceva Francesca, c'è una sensibilità maggiore tra le persone, però è anche vero che l'informazione, con la capacità di penetrazione dei nuovi media, e il dibattito pubblico stanno prendendo una deriva difficile da contrastare. Perciò penso che l'incontro di questa sera sia servito per capire più a fondo il problema, possiamo così tutti noi contrastare, nella società, nei luoghi in cui operiamo, quel tipo di informazione distorta e strumentale. Sappiamo che sulla mistica della maternità è stato costruito tutto un pensiero, che sarebbe lungo affrontare stasera, ma che sarebbe interessante riprendere in altra occasione per approfondire temi che di fronte all'evoluzione della società e dalla scienza, non possono rimanere statici come dogmi intoccabili, come ci ricordava anche don Ettore.
Il futuro ci metterà di fronte a tante innovazioni, dobbiamo cercare di affrontarlo - sapendo che spesso toccano temi che hanno un profondo coinvolgimento affettivo - rifacendoci sempre alle situazioni concrete, alla conoscenza scientifica e ai valori della nostra Costituzione: sono gli unici strumenti che possono guidarci verso una scelta consapevole, che potrà anche essere diversa tra di noi, l'importante è che sia fondata veramente sul valore della sconoscenza e non del pregiudizio e con il riferimento costante alla Costituzione, che è contro tutte le discriminazioni.